Reddito di cittadinanza e le criticità sulla privacy dei dati dei cittadini

11 Marzo 2019

Nella memoria predisposta per la Commissione Permanente del Senato della Repubblica, il Garante Privacy ha evidenziato come alcune disposizioni del decreto-legge sul Reddito di cittadinanza (“Rdc”) e il relativo sito violino la normativa vigente sulla protezione dei dati personali.

In particolare:

  1. il Rdc implica un trattamento su larga scala di dati personali, incluse categorie particolari di dati personali, riguardanti i richiedenti e i componenti del nucleo familiare, senza aver tenuto in debita considerazione i principi del GDPR quali il principio di trasparenza, minimizzazione dei dati, privacy by design e by default;
  2. le disposizioni del decreto-legge, volte alla verifica dei requisiti dei richiedenti il Rdc, prevedono degli accessi a vari archivi tra cui quello dell’INPS e dell’Anagrafe tributaria che implicano un ingente flusso di dati tra varie banche dati, senza però, individuare i soggetti pubblici coinvolti né le misure tecniche e organizzative volte a prevenire accessi indebiti e/o utilizzi fraudolenti dei dati raccolti;
  3. il monitoraggio centralizzato e sistematico sull’utilizzo della carta del Rdc e i relativi controlli sulle scelte di consumo sono condotti in assenza di una previa valutazione dei rischi e di criteri definiti;
  4. il sito web non soddisfa tutti i requisiti richiesti per l’informativa sul trattamento dei dati e presenta alcune carenze nelle modalità tecniche della sua implementazione, permettendo un’indebita e non trasparente comunicazione a terzi dei dati di navigazione dei visitatori del sito;
  5. la disciplina sul rilascio delle attestazioni ISEE non garantisce la sicurezza dei dati contenuti nell’Anagrafe Tributaria e nell’archivio dei rapporti finanziari dell’Agenzia delle entrate, stante la mancata previsione di idonee misure tecniche e organizzative.

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